lunedì 5 dicembre 2011

La prima volta




Stamattina siamo arrivate a Mattarello di corsa. Avevamo rischiato di perdere chi il tram e chi l'autobus, e di certo la giornata non era iniziata nel modo migliore.
Armate del nostro pentolone di cartapesta e di una ventina di libri, abbiamo preparato il nostro angolino e poi abbiamo aspettato. Una estenuante mezz'ora, in attesa del primo gruppo dei quattro della mattinata - venti bambini delle materne con rispettive insegnanti.
Stavamo per dare i numeri. Era un esperimento, non sapevamo come i bambini avrebbero reagito di fronte a tutta la storia del pentolone magico. Non sapevamo se avrebbero collaborato o se semplicemente ci avrebbero guardate come due pazze ed esclamato con la loro vocetta squillante "Ma le storie mica si cucinano!"

Ma quando abbiamo iniziato c'è stato ben poco tempo per pensare. Il pentolone - per quanto poco assomigli ad un pentolone vero, ormai ce ne rendiamo conto - ha fatto il suo effetto. Ai bambini è piaciuta un sacco tutta la scena iniziale.
-Allora, sono arrivati tutti, tu sei pronta?
- Eh no, io no... non ancora...
- Ma come? Ancora non è pronto? Che ci hai messo finora?
- Vediamo, fammi pensare... un po' di cipolle... di peperoni... qualche zampetta di rana... e un ragnetto che ho trovato fra i libri.
- Manca ancora qualcosa. Bambini, avete capito che stiamo cucinando?
- Il minestrone!
- A dire il vero, stiamo cucinando delle storie. Che ingredienti mettereste voi per completare la ricetta?
- Burro! Carote! Mandarini! Ragù! Allegria! Parole! Fantasia! Un albero!
Si sono divertiti da morire, e anche noi.
Avevamo paura che si annoiassero. Quando mentre leggevamo calava il silenzio assoluto, avevamo timore che fosse non perché stessero ascoltando, ma perché dormivano. Invece quando finiva la storia, iniziava il coro "Ancora!". Ed è la cosa più bella. Ci sono bambini che ti guardano in un modo tale che ti senti uno schifo a rifiutar loro un'altra storia, e andresti avanti a leggerne per tutta la mattina. Ci sono bambini che raccontano la storia insieme a te, dicendoti che succede nelle figure ("No, non può prendere la giraffa come cucciolo, la giraffa ha le gambe troppo alte!") o mostrando un affetto gratuito assolutamente disarmante ("Possiamo dirvi i nostri nomi? Io mi chiamo Alessia!").
Sono meravigliosi.



E' andata benissimo, e la cosa più bella è che siamo solo all'inizio.

2 commenti:

  1. Yeeeeeeeee
    Il vostro amato bolp ne gode:o)
    Che bello quando dicono "ANCORA", vero?
    Vi ricordo di curare benvenuto, presentandovi e salutando uno per uno i bambini... avvicinandovi a loro, chiedendo sottovoce il loro nome, notando un simpatico sorriso, il bel nasino, degli occhi furbetti, delle belle codine, l'anellino brillantino....etc...( se riuscite a regalare una carezzina, sulla spalla, sul ginocchio sui capelli a ciascuno, male non fa).
    Anche nel commiato è importante RI - conoscerli se sono stati attenti ringraziarli per la loro attenzione o per la loro simpatia, complimentarsi con le maestre per la classe, ringraziare il bibliotecario per l'ospitalità e invitare tutti a tornare in biblioteca a scegliere magnifiche storie.

    ciao dal vs bolp

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  2. Grazie per il sostegno! Cercheremo di tenere a mente tutti questi preziosi consigli ^_^

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