lunedì 26 dicembre 2011

Autobus, treni e graziosi mezzi pubblici. Part II

Dato che siamo brave ragazze e che manteniamo le nostre promesse... Ecco a voi la seconda parte dei migliori momenti dei nostri spostamenti!

Scena 6: BIBLIOTECHINE, ANZIANA SIGNORA E CARTELLO
Scendiamo dall'autobus a Villazzano, chiedendoci dove si trovi la biblioteca. Viste le esperienze pregresse, ci sembra che l'idea migliore sia arrivare al centro del paese e lì cercare ulteriori indicazioni.
Passa una vecchietta e la fermiamo per chiederle informazioni. La signora ci delucida la direzione da prendere senza problemi, per poi concludere dicendo "Almeno credo, io sono milanese, è la prima volta che vengo qui".
Seguiamo la strada che ci ha consigliato, meravigliate dal senso dell'orientamento della signora. Poi alziamo lo sguardo. C'è qualcosa proprio sopra di noi che la signora aveva visto di sicuro.
E' un cartello. A caratteri cubitali.
"CENTRO".


Scena 7: BIBLIOTECHINE, PENTOLONE E PIOGGIA
E' una delle giornate più impegnative dell'ultimo mese: la mattina letture a Clarina, il pomeriggio a Mattarello, nel mezzo dobbiamo riuscire a passare anche dalla sede centrale. Tutti questi spostamenti, naturalmente, sempre con borse, libri e pentolone. E siamo pure in ritardo.
La TrentinoTrasporti pensa bene di indire uno sciopero. Ci rassegniamo ad attraversare la città in lungo e in largo a piedi.
E inizia a piovere.

Scena 8: SGARGIANTE MACCHINA GRIGIA, AMBULANZA E SEMAFORO
Mentre ci arrampichiamo faticosamente fino a Clarina, vediamo una fila di macchina ferme al semaforo. Da dietro, sopraggiunge una sgargiante macchina grigia che prova a fare la furba, sorpassando tutti attraverso la corsia opposta, da cui non arrivano macchine in quel momento. All'improvviso, spunta un'ambulanza che si ritrova fronte a fronte, a due centimetri di distanza, la sgargiante macchina grigia.
I due autisti soccorritori scuotono la testa con disapprovazione, mentre la sgargiante macchina grigia è costretta a battere in ritirata, arretrando fino alla fine della fila, che nel frattempo si è ulteriormente allungata.
Finalmente il semaforo diventa verde. La fila si muove. La sgargiante macchina grigia arriva in cima alla strada. Rosso.

Scena 9: BIBLIOTECHINE, FUNIVIA E STRADA DESERTA
Dobbiamo recarci a Sardagna per la prima volta. Arriviamo alla fermata della funivia piene di timore e speranze. Timore di cadere e speranza di arrivare vive, per la precisione. Saliamo. La funivia dà un leggero strattone; noi ci guardiamo con orrore. La funivia inizia a muoversi; noi ci stringiamo forte una all'altra. La funivia sobbalza; noi singhiozziamo silenziosamente tenendoci strette, con gli occhi chiusi forte per la paura. La funivia trema con forza, sembra quasi spingerci; noi ci buttiamo a terra urlando "Siamo morte, siamo morte". La funivia smette di spintonarci e scoppia a ridere. E' solo il controllore che ci fa capire che siamo arrivate.
Cerchiamo di racimolare la poca dignità rimasta e usciamo al freddo e al gelo, augurandoci che fuori dalla stazione della funivia ci aspetti un ridente paesino di montagna.
Apriamo la porta. Il nulla.
Oddio, non c'è niente. Una terrazza panoramica poco più in là, ma per il resto niente.
Ci incamminiamo con tutto l'armamentario seguendo la strada. Dopo qualche centinaio di metri una curva.
Eccola là, Sardagna.
Praticamente dall'altra parte del monte.


CONTINUATE A LEGGERCI, NE ARRIVERANNO ALTRI!


P.S. Per chi si fosse perso la Part I, potete trovarla qui.

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