venerdì 2 dicembre 2011

Mesiversari e convivenze



Oggi si conclude il nostro primo mese insieme.
Già un mese?
Ebbene sì, e per festeggiarlo abbiamo deciso di andare a vivere insieme.

No, non è andata proprio così.
La Provincia Autonoma di Trento ha organizzato tre giorni di formazione generale per tutti i volontari di ES.SER.CI.
Bisogna ammetterlo: anche se le giornate in questione si svolgevano presso un hotel 4 stelle con piscina e centro wellness, non eravamo affatto entusiaste all'idea e nutrivamo una serie di dubbi e perplessità. Perciò abbiamo lottato, complottato, battagliato... Abbiamo persino cercato di corrompere la nostra OLP. Ma è stato tutto inutile.
Così siamo partite, un po' seccate, un po' rassegnate.

Dopo tre giorni, che da un lato sono stati eterni, dall'altro sono volati, possiamo tirare un po' le somme.
E' stata un'esperienza molto intensa. Talmente piena di eventi - alcuni molto positivi e altri, purtroppo, un po' spiacevoli -, che è difficile cercare di fare una valutazione complessiva. Ad ogni modo, ci proveremo.

I corsi di formazione sono stati perlopiù interessanti, ma troppo ravvicinati (36 ore di formazione in due giorni e mezzo, quindi una media di 14,4 ore al giorno), per cui ne siamo uscite alquanto provate.
Siamo rimaste particolarmente colpite - in senso positivissimo - dall'incontro su Costruire relazioni positive, tenuto da Riccardo Santoni, meglio noto come Ricky, l'uomo con cui andiamo a pranzo. Mentre altri non sono stati altrettanto stimolanti.

Dal punto di vista relazionale ci sarebbe da scrivere un trattato.
Abbiamo conosciuto una miriade di persone... Che ora non sono altro che un agglomerato confuso di visi e nomi, tra cui spiccano alcuni con cui abbiamo condiviso più che con altri.
Abbiamo avuto modo di confrontarci sulle nostre esperienze con altri ragazzi che affrontano i nostri stessi problemi o situazioni completamente diverse.
Ci siamo scambiati consigli, pareri, opinioni, idee e numeri di telefono.

Con alcuni in realtà il rapporto non è stato proprio idilliaco e certi episodi sarebbero proprio da rimuovere.
Tralasciando alcuni momenti bruttini, ci siamo sentite chiamate in causa - Martina in particolare - quando una delle colleghe volontarie ha preso la parola durante l'ultimo modulo, dicendo che le spiace che a qualcuno non sia piaciuta la formazione, ma d'altronde ai diciottenni certe cose non interessano.
E qui io, Martina, prendo la parola all'interno di questo post a quattro mani. Perché io sono nata il diciotto marzo 1993. Ho diciotto anni e la formazione non mi è piaciuta del tutto. Con questa volontaria ho avuto un paio di conversazioni riguardanti questo argomento, e lei era effettivamente apparsa scossa dal fatto che trovassi alcune formazioni non entusiasmanti e in particolare dal fatto che non me ne potesse fregare di meno della festa la sera del secondo giorno. Ma essere tirata in ballo in questa maniera mi ha turbata, non solo perché è stato un gesto indelicato (che bisogna c'era?) ma anche perché mi ha messa in cattiva luce davanti all'intero gruppo (su 73 elementi, io ero l'unica diciottenne).
Certe cose non mi attirano perché non sono il mio campo. Quindi ascolto la formazione, sì, okay, ma se ho avuto altre nove ore di lezione prima e l'argomento non è di vitale importanza per ciò che andrò a fare, allora mi concedo di non stare a sentire proprio tutto e, se ho anche mal di testa, di andar via dieci minuti prima.
Giudicare una persona senza conoscere veramente ciò per cui viene giudicata è sgarbato. Direi che questo episodio, insieme ad un altro paio di momenti antipatici, ha segnato in negativo la mia esperienza in formazione e mi fa riflettere parecchio su questa stupidissima idea del ragazzo più piccolo di te che è piccolo, piccino e non capisce. Lo facevano i liceali con i ginnasiali, gli universitari con i liceali, e adesso lo fanno pure in Servizio Civile. E' uno sbaglio pazzesco. Che amarezza.

Tuttavia, non ci siamo lasciate abbattere e abbiamo tratto il meglio anche dai momenti di sconforto, rafforzando il legame che c'è tra di noi, che mi sento di dire che sia passato da cameratismo tra colleghe a una vera e propria amicizia.

Nel bene e nel male, ogni attimo di queste tre giornate è diventato un ricordo indelebile.

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