venerdì 16 dicembre 2011

Autobus, treni e graziosi mezzi pubblici. Part I

Il primo giorno del nostro Servizio Civile, ci è stato chiesto quali competenze possedessimo e quali volessimo sviluppare. Un'abilità, che non ci è venuto in mente di nominare e che pure è diventata fondamentale per la nostra sopravvivenza è stata quella di controllare l'orario degli autobus.
Infatti le nostre attività di lettrici si svolgono principalmente nelle sedi periferiche, perciò trascorriamo buona parte delle nostre giornate su autubus, treni e altri graziosi mezzi pubblici. Il resto del tempo, naturalmente, lo dobbiamo passare camminando per tutto il Trentino perché gli autobus sono in sciopero.
Durante i nostri pellegrinaggi, abbiamo assistito a innumerevoli scene ludiche.



Scena 1: VECCHINA, GIOVINASTRO E LA FOLLA
Ci è capitato di salire sull'autobus e ritrovarci sedute a fianco di una vecchina dall'aria gentile che ci chiede quale sia la fermata giusta per la Cassa Malati. Un giovinastro, sentendo che stiamo cercando di dare indicazioni, interviene domandando se quella sia la direzione giusta per arrivare al Top Center. La signora seduta dietro di noi si intromette a sua volta, lamentandosi della scarsa chiarezza degli orari e percorsi dei mezzi urbani. Un signore incravattato, poco più in là, si prende la briga di spiegare al giovanotto dove sia la Cassa Malati.
Ne consegue un enorme dibattito sui trasporti, sui ritardi, sui massimi sistemi, sull'immortalità dell'anima... E scendiamo tutti a capolinea.

Scena 2: SIGNORE ASSORTITE, BIBLIOTECHINE E BOMBA.
Okay, abbiamo capito: il sacco bianco di plastica 4x4 dentro al quale trasportiamo il pentolone non ha un'aria rassicurante. Come saliamo sull'autobus, lo sconcerto dilaga sui volti della gente. Saranno ladre? Rapinatrici? Truffatrici? Venditrici porta a porta? Testimoni di Geova?
Ma quel sacchetto bianco di plastica non lascia loro alcun dubbio.
Sono terroriste.
E si buttano tutti fuori dall'autobus.
(Se non altro, grazie a ciò abbiamo sempre il simpatico vantaggio di avere il bus tutto per noi).

Scena 3: AUTOBUS, ESISTENZIALISMO E TRENTINOTRASPORTI.
Arriviamo a Villazzano, l'autobus si ferma. Riaccende i motori. Fa 3 metri. Si ferma. Altri 2 metri. Ulteriore fermata.
Scendiamo. Facciamo un paio di passi. Alziamo lo sguardo. E quello si ferma.
Gli autobus della TrentinoTrasporti hanno bisogno di riflettere.

Scena 4: CLARINA, BIBLIOTECHINE E BIVIO.
Scendiamo dall'autobus in un luogo ignoto. Vaghiamo con lo sguardo alla ricerca di un cartello che ci indichi la direzione per Clarina. Niente.
Le opzioni sono due: andare a destra o a sinistra? Prendiamo una direzione a caso e camminiamo... Dopo un po', davanti a noi, ecco la biblioteca, finalmente!
Un momento. Perché c'è un elicottero sul tetto della biblioteca?
Benvenuti all'ospedale.
(Naturalmente, la biblioteca era dalla parte opposta. A un paio di metri dalla fermata).

Scena 5: TIPI SOSPETTI, CONTROLLORI E SIGARETTE.
Dei loschi figuri salgono sul nostro autobus. Uno ha tra le dita una sigaretta accesa. I due si avvicinano alla macchinetta obliteratrice, le danno un paio di amichevoli pacche e tornano nel loro angolino - ovviamente vicino a noi.
All'improvviso, spunta un esercito di controllori. I due non si perdono d'animo: il primo tenta di obliterare la maglietta pur di farla sembrare un biglietto, il secondo si mette la sigaretta in tasca.
Fumiganti e obliterati, i due son infine costretti a battere in ritirata saltando giù
dal bus. I controllori festeggiano la vittoria con caviale e champagne.

CONTINUA...

3 commenti:

  1. Ok, mi sono scompisciata dalle risate per la scena 3: a Villazzano le fermate sono ogni tre metri per due. Una qualsiasi vecchina lesta di passo può superare l'autobus e poi riprenderlo ;-p

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  2. ...l'ultima storia ha dell'inverosimile...:)
    -marti-

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  3. @Antonella: Una qualsiasi vecchina, ma anche due volontaie del Servizio Civile ostacolate da borse, libri e pentoloni :)

    @Marti: Ha dell'inverosimile, eppure è davvero accaduto, sull'autobus numero 8, alla fermata davanti alla questura. Abbiamo rischiato di morire soffocate, quando sono saliti, tra l'altro... E non ti dico neanche della faccia che ha fatto Martina quando il tizio si è messo la sigaretta in tasca (sì, l'ha fatto veramente!). Ho riso per mezz'ora =D

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