domenica 13 novembre 2011

Leggere o raccontare?

E' stata una settimana tosta.
Le cose e le persone iniziano a prendere forma.
Siamo state impegnate principalmente nella formazione. La sera in particolare, fino alle undici. Stiamo seguendo un corso di lettura ad alta voce a Gardolo, e abbiamo preso parte a un workshop di tre serate a Pergine, sempre sulla lettura ad alta voce ma nell'ambito di Nati per leggere, con Alfonso Cuccurullo (del quale serve aprire un fan club, il prima possibile.)

Sto iniziando a rendermi conto di quanto il rispetto sia una cosa che quasi sempre non ti regalano, ma ti devi conquistare. Stesso discorso vale per la fiducia o per l'appoggio. Noi ci stiamo provando.



Abbiamo assistito a delle letture animate, raccontate quindi nello stile di un monologo teatrale, ma io resto dell'idea che leggere e raccontare non siano neanche lontanamente paragonabili - e non che il "racconto" sia ad un livello più alto della "lettura", come invece ci è stato fatto notare la settimana scorsa.
Secondo me sono due arti diverse. Il racconto a cui abbiamo assistito noi è del tutto uguale ad un monologo teatrale, con l'attore che sta in piedi con i bambini davanti, come su un palcoscenico, con una piccola scenografia alle sue spalle.
Da spettatrice non penso che sia il metodo più efficace, perché il luogo in cui ci trovavamo non era un teatro, era una biblioteca. Non era il contesto giusto. E il racconto, il racconto che fanno i nonni o le mamme è una cosa molto diversa da quello a cui ho assistito io.

Quindi l'idea che mi sono fatta io è che il leggere sia una cosa, il raccontare un'altra, e il recitare un'altra ancora. Nessuna di queste arti superiore o inferiore all'altra.
Ma credo che in un posto come una biblioteca, circondati da libri e davanti a una ventina di bambini, la cosa più affascinante sia una pagina che viene voltata col fiato sospeso.

Non voglio essere polemica. Questa sono solo considerazioni che mi sono ritrovata a fare durante la mia prima intera settimana di servizio civile. Qualcuno certamente non è d'accordo, ma mi sono resa conto che spesso appena un diciottenne come me cerca di avere un'opinione propria, gliela si strappa via per inculcargli quella che si ritiene essere l'opinione corretta. Non temete, crescerò, ma per ora lasciatemi quel che rimane della mia teenage, e permettete che cresca con le idee mie.

Bilancio della prima settimana: tosta, troppe informazioni in testa, ma produttiva.
Desiderio del mese: credete in noi, per favore.

1 commento:

  1. Raccontare, leggere, recitare, tanti modi per narrare storie, ma quant'è bello girare lentamente le pagine e vedere che i bimbi provano a sbirciare per sapere come la storia va avanti.

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