lunedì 7 novembre 2011

Nascita di un blog

"Biblioteca ponte tra generazioni" è un progetto del Servizio Civile Volontario del Comune di Trento, relativo alla promozione della lettura, rivolta specialmente ad un pubblico di minori. I due volontari scelti hanno il compito di acquisire competenze inerenti alla lettura ad alta voce e alla promozione del libro, in stretta relazione con l'iniziativa Nati per leggere.


Questo è quello che si scrive e si dice di questo progetto.
Quello che vi diremo noi è tutto ciò che a questo progetto sta dietro: cioè quello che noi proviamo, facciamo, e pensiamo.
Provo sempre una certa emozione a scrivere il primissimo post di un blog. Alcuni ritengono che lo scrivere al computer non abbia neanche un quarto della magia dello scrivere a mano, e non posso dar loro completamente torto. E' vero che scrivendo a mano si vede la pagina che si riempe della propria calligrafia, dell'inchiostro, ed è molto suggestivo. Ma per me è altrettanto pazzesco scrivere un post dal nulla. Prima non c'era niente, e poi ci sono i miei pensieri. Ecco, mi fa un certo effetto, anche perchè non so mai se sto iniziando nel modo giusto, e se esiste un modo giusto per iniziare oppure no, e come finirà, siccome se inizio un blog si presuppone che in qualche modo, sì, finirà.


Io sono quell'insopportabile genere di persona che un po' crede in sé stessa e un po' no.
Ovvero, quando ho fatto il colloquio per essere ammessa a questo progetto ho cercato di dare il meglio di me stessa, ma poi per i due giorni successivi mi sono lagnata di non aver dato il meglio, e che tanto tutti gli altri candidati erano migliori di me per questo o per quell'altro motivo e non mi avrebbero mai presa e sarebbe stata una delusione tremenda. Sono odiosa.
Quando ho ricevuto la telefonata - inaspettata, perchè era mercoledì mattina e aspettavo i risultati dei colloqui per il pomeriggio - già solo quando mi hanno detto che era la "Biblioteca" i miei nervi si sono rilassati di colpo. Se non mi avessero presa perchè telefonarmi? Ed è bellissima la sensazione che si prova quando ti chiamano e ti dicono che hanno preso te. Mi è successo una volta, con un concorso per registrare uno spot radio, ed un'altra volta un po' più importante, per una serie televisiva. (Questo mi fa ricordare che non mi sono neanche presentata. Rimando a dopo) E mi piace da morire quella specie di senso di beatitudine e di vittoria.
Dopo un'ora o due di esaltazione, è arrivata l'ansia.
Okay, ci tenevo da morire a questo progetto. Se non mi avessero presa, non sapevo che altro avrei potuto fare. Sembrava perfetto per me, e mi ero affezionata all'idea. Era un bel futuro, e adesso ce l'avevo. Ma sarei stata all'altezza, avrei cambiato idea, mi sarei resa conto che non era per me? Le insicurezze sono infide e rispuntano sempre al momento giusto. Ero sempre esaltata ma avevo anche paura. Come sempre, di fronte ad una cosa nuova e sterminata. E questo progetto dura un anno. Ed è la prima volta che viene fatto.
E' nuovo e sterminato.


Sono quattro giorni che lavoriamo in Biblioteca. Sono fortunata perchè con la mia collega mi trovo benissimo - e non è assolutamente un dettaglio trascurabile. I primi due giorni sono stati molto duri. Io non ero abituata alle levatacce, c'era molto, troppo da conoscere e da vedere e da ricordare e mi sentivo ubriaca, un po' traballante in mezza a ottanta volti nuovi. Mi sentivo - e tutt'ora mi sento - gli occhi addosso, e non è esattamente una cosa piacevole, perché non tutti gli occhi ti guardano nel modo che ti piacerebbe.
E' semplicemente quello che succede quando tu sei nuovo per gli altri e gli altri sono nuovi per te.
Fortunatamente non sono sola.
Vorrei che fosse già passata la fase di inserimento, e iniziare ad agire sul campo, cioè organizzare le letture e lavorare con i bambini. Io adoro leggere, adoro recitare (e anche qui mi rendo conto che dovrei presentarmi decentemente) e sono impaziente. Per ora abbiamo iniziato a dare una mano, promuovendo l'autoprestito e dando una mano a sistemare le sale. Adoro passare il tempo sistemando i libri. Mi accontenterò di poco, ma mi dà soddisfazione e mi rilassa. Mi concentro su quello che sto facendo e, incredibile a dirsi, per una volta dimentico tutti i pensieri negativi. Ma non è esattamente quello su cui dovremo concentrarci per la maggior parte del servizio civile. E credo che quest'attesa renderà il momento in cui faremo la nostra prima lettura ancora più bello.


Quindi, per ora, tante aspettative, un po' di ansia e quella bella sensazione di stanchezza che ti fa sentire bene perché sai che hai lavorato e sei stato utile e, in qualche senso, hai un posto che è tuo e nel quale puoi fare del tuo meglio.
Questo blog cercherà di essere un diario, più o meno, della nostra esperienza a stretto contatto con Nati per leggere. Sarà un po' caotico - pubblicheremo un post ciascuna senza seguire un ordine, cioè anche due post per lo stesso giorno. Speriamo comunque che qualcuno lo legga, e che sia divertente.


Ah, per dire due parole in croce su di me, io mi chiamo Martina. Ho 18 anni e mi sono diplomata in giugno al Liceo Classico. Recito da circa una decina d'anni, ho studiato regia e drammaturgia durante sei mesi in Canada e l'anno scorso ho diretto il mio primo spettacolo. No, non mi sto vantando, se ve lo state chiedendo. Son cose che ho fatto, insomma, mi pare giusto dirle. Be', ho un anno di vantaggio rispetto ai miei ex compagni di classe (loro classe '92, io '93) e io deciso di sfruttare questo scarto partecipando al Servizio Civile. Perché? ... perché volevo essere utile, volevo fare qualcosa di pratico, di reale, dopo cinque anni di studio e teoria - bello, sì, ma un po' fuori dal mondo Ciò non toglie che se tornassi indietro probabilmente lo rifarei.
Okay, queste non erano neanche due parole in croce. Meglio che mi fermi qui.


Marty

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